• Valentina Franzese
  • Novità

L'adolescenza al tempo del Coronavirus: ragazzi in gabbia

Il mio pensiero in questi giorni va spesso ai ragazzi, a come se la sono passata in questi ultimi mesi paradossali e, avendo bene in mente alcuni di loro che frequentano il mio studio, me li sono immaginati barricati nelle loro stanze (“Sta chiusa nel Pentagono” mi ha detto la mamma di una adolescente che seguo!), altri nervosi come leoni in gabbia, altri ancora mansueti e pericolosi, come i draghi di Komodo in attesa della vittima! In questa fase della loro vita si sarebbero confrontati con la quotidianità, avrebbero vissuto momenti piacevoli nelle gite scolastiche, avrebbero organizzato feste e cene e scampagnate nella solare libertà primaverile: insomma, avrebbero potuto esplorare sé stessi e il mondo circostante. E invece no! Chiusi in casa con i genitori, fra le quattro mura domestiche, lontani dalla scuola, dall’affetto degli amici, dai locali e dalla libertà!

Il funzionamento cerebrale degli adolescenti rende le cose ancora più complicate: esiste una netta differenza nei tempi di maturazione tra le aree deputate all’elaborazione delle emozioni e quelle deputate al ragionamento, il che fa sì che i ragazzi siano maggiormente predisposti all’esplorazione, abbiano bisogno di stimoli nuovi e siano più suscettibili alla noia. Come afferma il dottor Anderson del Child Mind Institute di New York (USA), abbiamo chiesto di stare a casa a delle persone “programmate” alla ricerca del piacere e di limiti da superare! Ecco perché la quarantena e l’emergenza sanitaria sono state per loro una sfida a 360° gradi: sociale, psicologica e biologica.

In questa circostanza, quindi, i genitori hanno avuto due possibilità: o improvvisarsi domatori di leoni oppure armarsi di pazienza e disponibilità per accompagnarli in questo momento così difficile… COME FARE? Questa la domanda accorata che alcuni genitori mi hanno rivolto nei giorni scorsi. Ho dato loro qualche “semplice” consiglio (apparentemente semplice!) e alcuni aspetti relazionali sembrano essere migliorati. Vediamo quali, magari da utilizzare come “buone prassi”, sempre utili con gli adolescenti!

✅ ACCOGLIERE LE EMOZIONI. Non abbiamo alcun diritto di sminuire o di evitare le loro emozioni, i loro stati d’animo e le loro reazioni che spesso ci sembrano così eccessive. Non dimentichiamoci che alla loro età eravamo anche noi sulle “montagne russe emotive”. Dobbiamo, invece, notare, accogliere ciò che ci portano e rispondervi. È importante che i ragazzi capiscano che possono parlare con i propri genitori e l’accoglienza delle loro emozioni può essere un'abilità molto utile affinché questo avvenga. Per noi era solo una festa o una cena fuori, ma per loro rappresentava molto di più! Questa forma di sostegno e di accoglienza ha un impatto positivo sui rapporti perché riduce la portata dei conflitti e delle emozioni negative.

✅ RISPETTARE LA PRIVACY: non arrabbiamoci se i ragazzi passano molto tempo nella loro stanza, facendo degli sforzi per rispettare i loro spazi: se così non fosse, potrebbero aspettare le ore notturne per poter parlare in totale libertà con i loro amici, mentre tutti a casa dormono. Se invece avranno l’impressione di vivere in uno spazio in cui c’è il rispetto della privacy, abbasseranno la guardia e saranno anche più propensi a rispettare gli spazi degli altri e a vivere la collettività della famiglia.

✅ SUDDIVISIONE DEI COMPITI: casalinghi, individuali e collettivi, creando compromessi, parola chiave con gli adolescenti, unico terreno fertile su cui vale la pena investire per avere dei frutti.  È importante suddividere le mansioni casalinghe, affinché ciascuno abbia un proprio ambito di responsabilità, lasciare spazio alle attività individuali, ma anche creare delle attività collettive (tornei, puzzle, serie TV, giochi di società) che, tra l’altro, potrebbero rappresentare una bella abitudine familiare.

Gli adolescenti hanno tante risorse, ma a volte non lo sanno, altre non le vedono, altre ancora fanno finta di dimenticarsene. Sanno che le nostre richieste nei loro confronti sono cambiate rispetto a quando erano piccoli, ci si aspetta da loro un comportamento adulto, ma anche noi cadiamo nell’errore di non considerarli ancora tali. Così mi ha detto oggi la mia giovane paziente: "È vero, spesso sto chiusa nel Pentagono, ma in questo strano periodo ho scoperto di me tante risorse che non pensavo di avere... è forte!". Forse la quarantena è stata l’occasione giusta per attribuire a ciascuno nuovi ruoli e nuovi status e per fortificare il senso di comunità familiare.

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