• Valentina Franzese
  • Novità

Il distanziamento sociale, come fanno i porcospini...

Ve li ricordate i primi giorni di scuola? Quelli di quando eravamo piccoli e stringevamo la mano dei nostri genitori, incuriositi e spaventati al tempo stesso. Quando si diventa genitori si ha il privilegio di rivivere tutto una seconda volta, forse ancora più intensamente, perché vedi il tuo cucciolo (sempre troppo piccolo…) allontanarsi da te, con uno zainetto sulle spalle e tu sei di nuovo lì, incuriosito e spaventato al tempo stesso!

Com’è difficile separarci dai nostri figli… Quanto abbiamo atteso il momento di “riprenderci” le nostre giornate, ma quanto è doloroso osservarli mentre si incamminano verso la scuola, senza di noi… Con i figli è così: ti senti soffocare, a volte, dalla loro ingombrante presenza, ma quando non ci sono, quando si allontanano, la loro assenza pesa come un macigno.

Oggi la mia testa non vuole smettere di pensare, il silenzio che c’è in casa e le emozioni del primo giorno di scuola creano un turbine vorticoso di riflessioni e sentimenti che faccio fatica a riordinare in parole comprensibili e, mentre provo a mettere ordine, accendendo la TV, mi accorgo che proprio il tema del DISTANZIAMENTO è nuovamente il protagonista dei notiziari di questi ultimi giorni. L’inizio di settembre e della vita “normale” ci pone nuovamente a combattere contro il nemico invisibile, detentore di un fortissimo potere psicologico su tutti noi. E all’improvviso mi è tutto più chiaro, capisco, forse, perché questa pandemia ha scosso così tanto gli animi. Senz’altro per le conseguenze mediche, sanitarie, economiche e sociali, ma anche perché ha toccato uno dei punti nevralgici della psiche umana: tutta la nostra vita è una lunga storia di distanziamento sociale, personale, familiare.

Me lo raccontano tutti i giorni i miei pazienti: li ascolto con attenzione e loro mi fanno il bellissimo dono di aprirmi i loro cuori e di rivelarmi ricordi e pensieri; mi arricchisco, così, del potere prezioso delle loro storie, degli aneddoti familiari che mi narrano, ascolto con interesse le loro vicende relazionali e capisco che per ognuno di noi c'è stato un distanziamento da qualcosa, tutti abbiamo fatto i conti con la vicinanza o con la distanza da qualcuno. C'è chi ha preso le distanze dal passato, chi, invece, ci si è riavvicinato, chi ha deciso di allontanarsi da vecchie amicizie, chi si è accostato al nuovo… Per tutti noi, dunque, la gestione dello “spazio” rispetto all'altro è foriera di complesse emozioni, prima o poi tutti dobbiamo decidere SE, QUANTO e COME avvicinarci o allontanarci: da qualcosa, da qualcuno, dal proprio modo di fare ed essere!

E infatti, continua la mia riflessione, tutti ma proprio tutti i disagi psicologici e psichiatrici hanno come nucleo centrale la gestione dello spazio tra il bisogno dell'altro e la necessità di autonomia: la distanza e la vicinanza sono il vero grande dilemma interpersonale!

È arrivato il momento di ricongiungermi con mio figlio, è ora di andare a riprenderlo per stringerlo a me, non troppo per non soffocarlo, ma abbastanza per fargli capire che la sua presenza è importante. Come i famosi “porcospini di Schopenhauer” non troppo vicini, non troppo lontani, ciascuno imparerà a modo proprio la giusta distanza…

I più letti


  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.